sabato 2 ottobre 2010

Diego De Silva - NON AVEVO CAPITO NIENTE (Laura)

LAURA

A tutti coloro che sono alla ricerca di un libro simpatico, consiglio di seguire le vicende dell'avvocato Vincenzo Malinconico.


 Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Oltre a Voglio guardare (2002), romanzo, ha pubblicato il romanzo Certi bambini (2001), premio selezione Campiello, che racconta l’universo difficile di un bambino della sua città, fra la ricerca di una vita normale e l’inevitabile scelta di diventare un killer della camorra. Con linguaggio secco, freddo eppure ipnotico, l’attenzione all’universo dell’adolescenza, ricorrente anche nel suo ultimo romanzo, De Silva smonta tutti i luoghi comuni sul Sud, disegnando un mondo spaventoso che poi è il nostro mondo. Da “Certi Bambini”, libro tradotto in cinque paesi, è stato tratto un film. 


Prendete la persona più simpatica che conoscete. Poi quella più intelligente. Adesso quella più stupida e infantile. Più generosa. Più matta. Mescolate bene. Ecco, grosso modo, il protagonista di questo libro.
Un po' Mr Bean, un po' Holden, un po' semplicemente se stesso, Vincenzo Malinconico è un avvocato semi-disoccupato, un marito semi-divorziato, e soprattutto un grandioso, irresistibile filosofo naturale. Capace di dire cose grosse con l'aria di sparare fesserie, di parlarci di camorra come d'amore con la stessa piroettante, alogica, stralunatissima forza, Malinconico ci conquista nel più complesso dei modi: facendoci ridere.

Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome come fossero persone di famiglia. La sua famiglia vera, del resto, è allo sfascio: la moglie l'ha lasciato, i due figli adolescenti, amatissimi, hanno i loro sogni e i loro guai. A Vincenzo Malinconico capitano improvvisamente due miracoli. Il primo è una nomina d'ufficio, grazie alla quale diventa difensore di un becchino di camorra, Mimmo 'o Burzone, e si trova coinvolto in un'avventura processuale rocambolesca. Il secondo miracolo si chiama Alessandra Persiano: la donna più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. Ma il vero miracolo, per noi lettori, è la voce svagata, digressiva ed eccentrica intorno a cui ruota l'intero romanzo. Il vero miracolo è il pensiero storto e irresistibile di Vincenzo, che riflette su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, seducendoci, di deriva in deriva, fino in fondo. 






Andrea Bajani - SE CONSIDERI LE COLPE (Laura)



LAURA


Una storia semplice, per trascorrere qualche ora in compagnia di un buon libro.




Nato a Roma nel 1975, vive e lavora a Torino, dove, dopo aver collaborato con "L'Indice" e con l'Osservatorio Letterario Giovanile del Comune, è divenuto consulente editoriale per la casa editrice Codice. In cinque anni ha cambiato otto lavori: è stato consulente, collaboratore occasionale, co.co.co, collaboratore a progetto e libero professionista. Ha partecipato a molte antologie, fra cui "Lettere In-chiostro" (Addictions, 1999). Ha pubblicato diversi romanzi: "Morto un papa" (Portofranco, 2002), "Qui non ci sono perdenti" (PeQuod, 2003), e il recente "Cordiali saluti" (Einaudi, 2005), salutato con entusiasmo da pubblico e critica.


Gli uomini che atterrano a Bucarest sono in cerca di fortuna. Hanno trasferito lí le loro aziende, comprato terreni e fuoristrada e innalzato capannoni con nomi italiani. Lui invece cerca qualcos'altro: vuole capire chi era sua madre ora che non c'è più, ridarle un volto, camminare le sue strade. Nel ricordo rimangono un'infanzia magica e un abbandono, le due metà di una donna che si è lasciata tutto alle spalle per seguire un progetto grandioso e un uomo sbagliato. Sullo sfondo il ritratto feroce di un Occidente che spaccia miti da due soldi, e per due soldi compra la miseria altrui. 

«Hai cominciato a partire che ero piccolo. La prima volta è stato un viaggio di piacere, andare a trovare degli amici che avevano tentato la fortuna. Mi avevi disegnato il mondo sopra un foglio, la sera prima, e mi avevi fatto vedere dove andavi. Noi siamo qui, mi avevi detto, e domani io sarò in questo punto quaggiù. Avevi tracciato una riga con un pennarello rosso che partiva da casa e arrivava fin lì. È un ponte, dicevi, è come passare dall'altra parte del fiume. Così sotto il ponte avevamo colorato tutto di blu, avevamo riempito d'acqua l'Europa. Poi il foglio l'avevamo attaccato con lo scotch allo sportello del frigo, e lì è rimasto per gli anni a venire». 

mercoledì 25 agosto 2010

Diego De Silva - LA DONNA DI SCORTA

LAURA
“E’ curioso il modo che ha il destino di venire sottoforma di tempo”. Già da queste prime righe, De Silva è riuscito ad attirare la mia attenzione e ad incuriosirmi. La trama del romanzo, lo si intuisce dal titolo, si rivela semplice ma l’autore, con la sua scrittura, penetra l’animo umano nelle sue sfaccettature più recondite e ci porta a conoscere i protagonisti di questa storia nella loro intimità. Al termine della lettura, verrebbe voglia di rileggerlo per potere meglio cogliere gli spunti di riflessione che ne derivano e che spesso sono vicini alla nostra quotidianità.

Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Oltre a Voglio guardare (2002), romanzo, ha pubblicato il romanzo Certi bambini (2001), premio selezione Campiello, che racconta l’universo difficile di un bambino della sua città, fra la ricerca di una vita normale e l’inevitabile scelta di diventare un killer della camorra. Con linguaggio secco, freddo eppure ipnotico, l’attenzione all’universo dell’adolescenza, ricorrente anche nel suo ultimo romanzo, De Silva smonta tutti i luoghi comuni sul Sud, disegnando un mondo spaventoso che poi è il nostro mondo. Da “Certi Bambini”, libro tradotto in cinque paesi, è stato tratto un film. 

La donna di scorta è la messa a nudo di un sentimento vero e autosufficiente che non ricatta, non pretende; e non ha bisogno di investiture, sacrifici o riconoscimenti, ma nel puro desiderio dell'altro trova la sua sola ragione di essere. S'incrociano in una mattina di pioggia, su un marciapiede scivoloso. Dorina che fa tesi a pagamento e Livio che fa l'antiquario. Subito s'innamorano. Dorina, una giovane single, e Livio, un uomo sposato... Ma i ruoli di quella che potrebbe sembrare un'ordinaria relazione fra amanti clandestini s'invertono fin dall'inizio. Livio, radicato in una solida vita matrimoniale, si trova invischiato in un rapporto privo di gerarchie che la sua normalità non può reggere. Perché Dorina non vuol prendere il posto di sua moglie. Non chiede niente più di quello che Livio è disposto a darle. Accetta la sua condizione di marito e di padre con una naturalezza che sconvolge l'assetto ordinato della vita di lui. Tanto da fargli montare dentro l'ossessione di sapere se il silenzio di Dorina, la sua mancanza di domande, la sua tranquillità ogni volta che lo vede tornare in famiglia, la luce tiepida e rassegnata che raddolcisce lo sguardo siano cicatrici o espressioni naturali della sua persona.  



Jonathan Coe - LA PIOGGIA PRIMA CHE CADA

LAURA
Immaginate un’anziana signora che, prima di porre fine alla propria esistenza, decida di raccontare ad una non vedente la storia della propria famiglia attraverso tre generazioni. È zia Rosamond, che passerà in rassegna venti fotografie e, tenendole tra le mani, registrerà ciò che vede in semplici cassette da far recapitare ad Imogen, la ragazzina cieca a lei cosi’ cara. Coe ci consegna un romanzo dalla struttura particolare e coinvolgente, accompagnando il lettore a sfogliare non sole le pagine ma, una dopo l’altra, le foto di un album di famiglia. Buona lettura.

Jonathan Coe è nato a Birmingham nel 1961, è sposato e vive a Londra. Ha svolto molte attività: insegnante di Poesia Inglese all'università di Warwick, musicista semiprofessionista, correttore di bozze, giornalista e scrittore freelance. E' considerato uno dei più promettenti talenti narrativi inglesi e si distingue per l'originalità dei suoi racconti e l'acuto spirito contro le contraddizioni della società inglese. E' stato autore di biografie: di Humphrey Bogart e di James Stewart (pubblicate in Italia da Gremese editore). Ha scritto i romanzi: La famiglia Winshaw (Feltrinelli, 1995), Questa notte mi ha aperto gli occhi (The dwarves of death; Polillo editore, 1996), La casa del sonno (Feltrinelli, 1998), L'amore non guasta (Feltrinelli, 2000), La banda dei brocchi (The Rotters' club; Feltrinelli, 2002), Donna accidentale (The accidental woman, 1985; Feltrinelli, 2003). 
La Zia Rosamond non è più. È morta nella sua casa nello Shropshire, dove viveva sola, dopo l'abbandono di Rebecca e la morte di Ruth, la pittrice che è stata la sua ultima compagna. A trovare il cadavere è stato il suo medico. Aveva settantatré anni ed era malata di cuore, ma non aveva mai voluto farsi fare un bypass. Quando è morta, stava ascoltando un disco - canti dell'Auvergne - e aveva un microfono in mano. Sul tavolo c'era un album di fotografie. Evidentemente, la povera Rosamond stava guardando delle foto e registrando delle cassette. Non solo. Stava anche bevendo del buon whisky, ma... Accidenti, e quel flacone vuoto di Diazepam? Non sarà stato per caso un suicidio? La sorpresa viene dal testamento. Zia Rosamond ha diviso il suo patrimonio in tre parti: un terzo a Gill, la sua nipote preferita; un terzo a David, il fratello di Gill; e un terzo a Imogen. Gill e David fanno un po' fatica a capire chi sia questa Imogen, perché prima sembra loro di non conoscerla, poi ricordano di averla vista solo una volta nel 1983, alla festa per il cinquantesimo compleanno di Rosamond. Imogen era quella deliziosa bimba bionda venuta con gli altri a festeggiare la padrona di casa. Sembrava che avesse qualcosa di strano. Sì, era cieca. Occorre dunque ritrovare Imogen per informarla della fortuna che le è toccata. Ma per quanti sforzi si facciano, Imogen non si trova. E allora non resta - come indicato dalla stessa Rosamond in un biglietto - che ascoltare le cassette incise dalla donna... 

martedì 24 agosto 2010

Marco Pizzuti - RIVELAZIONI NON AUTORIZZATE

ALBERTO
Poteri Occulti, Signoraggio Bancario, Illuminati, Nuovo Ordine Mondiale, Massoneria, Alta Finanza Internazionale, piani secolari di dominio...solo fantapolitica? Leggete questo libro e fatevene un'idea!

Marco Pizzuti (Roma 1971, laurea in legge) lavora per una nota società di servizi presso le più prestigiose istituzioni dello Stato (Camera dei Deputati, Senato della Repubblica e Consiglio di Stato). Da oltre vent’anni conduce appassionate ricerche indipendenti e ora si è imbattuto nella scoperta di una congiura mondiale che ha scelto di divulgare pubblicamente.Molti interrogativi riguardo ai grandi capovolgimenti della storia qui trovano inquietanti risposte. I documenti raccolti da svariati ricercatori sono ormai in grado di dimostrare come un super-governo ombra, diretto dall’alta finanza internazionale, coordina da tempo le azioni e i programmi dei nostri rappresentanti di ogni colore politico per realizzare disegni di dominio assoluto, di globalizzazione. Si tratta di ciò che la massoneria ama eufemisticamente definire “Nuovo Ordine Mondiale”, un piano secolare che contempla la concentrazione di tutte le risorse del pianeta nelle mani di una infima élite di superbanchieri. Solo conoscendo i retroscena e gli obiettivi delle società occulte a cui sono appartenuti e appartengono tutt’ora tutti i maggiori protagonisti della storia possiamo provare a comprendere realmente il passato, il presente, e forse anche il nostro futuro. Un’analisi dettagliata e approfondita del vero ruolo esercitato dalle società segrete nel corso della storia. Un libro esplosivo che fa finalmente luce su eventi epocali, come i conflitti mondiali, il terrorismo internazionale e la nascita delle grandi ideologie. È solo fantapolitica, come amano farci credere le versioni ufficiali?


venerdì 20 agosto 2010

Mario Tobino - IL PERDUTO AMORE

PATRICIA
Delicato romanzo di Tobino sul trasformarsi di un grande amore fino al punto di perdersi quando comincia a cambiare il contesto che lo aveva visto nascere.




Scrittore prolifico, esordì prima come poeta per poi affermarsi come romanziere. Le sue opere sono segnate da uno spiccato autobiografismo e da un forte connotato psicologico e sociale.
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In un ospedale da campo in Libia, durante l'ultimo conflitto mondiale, nasce e si rafforza, nonostante gli orrori della guerra, un amore fra un tenente medico e una crocerossina. L'avvenire sembra luminoso, dato che i due innamorati potranno rivedersi in Italia e riabbracciarsi nel palazzo nobiliare di lei. Invece è proprio da quel momento che ha inizio un progressivo distacco della donna. Le cause, immagina il protagonista, possono essere tante, dalla differenza sociale all'oscuro domani che può offrire un giovane medico idealista, dedito alla psichiatria, che ha appena scritto il suo ultimo libro di versi. L'abbandono è doloroso e la ferita è profonda: saranno gli eventi dell'imprevedibile finale a riscattarne il significato nella prospettiva di due intere esistenze. Al tema del perduto amore se ne intrecciano tuttavia altri: la corruzione degli alti ufficilai del regime, il clima cinico e quasi indifferente della capitale, i rapporti di solidarietà creativa tra letterati e artisti fiorentini. La storia d'amore trova quindi uno sfondo che completa e arricchisce un romanzo che, nella sua capacità di fondere tenerezza e lucidità, rimpianto e realismo, si rivela come una delle opere più felici, ispirate ed equilibrate di Mario Tobino.

lunedì 16 agosto 2010

SENECA - Lettere morali a Lucilio

ALBERTO
Seneca è un Maestro di vita insostituibile. Un libro da tenere sempre a portata di mano. Da leggere, rileggere e rileggere.




Lucio Annéo Seneca, figlio di Seneca il Vecchio, nacque a Cordova, capitale della Spagna Betica, una delle più antiche colonie romane fuori del territorio italico, in un anno di non certa determinazione; i fratelli erano Novato e Mela, padre del futuro poeta Lucano. Le possibili date attribuite dagli studiosi sono in genere tre: il 3 a.C., il 4 a.C. o l'1 a.C.; sono tutte ipotesi possibili che si fondano su vaghi accenni presenti in alcuni passi delle sue opere in particolare nel De tranquillitate animi e nel Epistulae ad Lucilium. La famiglia di Seneca, gli Annei, ha origini antiche ed è Hispaniensis, cioè non originaria della Spagna, ma discendente da immigrati italici, trasferitisi nella Hispania Romana nel II secolo a.C., durante la fase iniziale della colonizzazione della nuova provincia. La città di Cordoba, la più famosa e grande di tutta la provincia, aveva assimilato fin dalle origini l'élite economica e intellettuale della popolazione italica; intensi erano i suoi rapporti con Roma e la cultura latina.
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Le lettere morali a Lucilio sono da considerarsi la più alta opera filosofica di Seneca. Appartengono all'ultimo periodo di vita dell'autore e ne rappresentano in un certo senso il testamento spirituale. Con grande originalità di pensiero, Seneca vi tratta elevate questioni di etica, cercando di confortare, nella persona dell'amico Lucilio, l'umanità intera con i frutti della sua sofferta esperienza personale. Seguace della filosofia stoica, egli raccomanda la supremazia della ragione sulle passioni e il sacrificio dell'individuo a vantaggio della collettività. La modernità dello stile, che procede in modo rapido e vivace, per brevi proposizioni, mantenendosi molto lontano dalla sonora concinnitas ciceroniana, conferisce alla pagine di Seneca un fascino tutto particolare. NOTE DI COPERTINA